Vorrei picchiare tutti coloro che mi dicevano "nooo tranquillaaa, il quarto anno è il più semplice"...sì,certo. Mi scuso infatti per l'assenza di questi giorni, se ogni tanto non trovate post nuovi sul blog sappiate che è tutto dovuto alla maledetta scuola.
Ad ogni modo, oggi sono qui per parlarvi molto brevemente e molto poco in modo programmato (me intelligente), di un libro che ho finito di leggere proprio ieri e che con mia grande sorpresa ho fatto fuori in un pomeriggio nonostante la scuola.
Sto parlando de "Gli occhiali d'oro" di Giorgio Bassani.
Innanzitutto la mia edizione è quella dell'Universale economica Feltrinelli che costa sulle 7,50euro circa. Vi dirò, è scritto con un carattere di stampa più piccolo rispetto ai miei standard, ma essendo i capitoli composti di 3/4 pagine l'uno, la cosa scorre piuttosto velocemente. Il libro è composto di circa 90 pagine, quindi lo consiglierei a tutti coloro che hanno voglia di trascorrere non più di un paio di ore immersi in una piacevole lettura.
Ma ora...via con la trama!
"In una Ferrara ricca, affascinante ma oppressa dal fascismo, un giovane studente ebreo, voce narrante del romanzo, incrocia il suo destino con quello di Athos Fadigati, un maturo medico di chiara fama. L'amicizia che nasce fra i due farà scoprire al narratore che dietro tutta la cultura e la raffinatezza del dottor Fadigati si cela un abisso di solitudine dovuto alla sua presunta omosessualità. Un peccato che l'Italia di allora non contemplava fra quelli che potevano essere redenti... E gli occhiali d'oro dello stimato professionista diventano il simbolo di una diversità sempre meno tollerata, così come l'appartenenza all'ebraismo del narratore, una diversità che non potrà che andare incontro a una catarsi tragica.
La storia ci presenta fin dal primo rigo la triste sorte del nostro primo protagonista, il dottor Fadigati. Dottore illustre, di buon cuore e ben amato da tutti...che da un giorno all'altro vedrà tutta la sua vita precipitare a causa della scoperta, da parte della società, della sua presunta omosessualità.
A mio parere questo libro è diviso in quattro parti diverse, rispettivamente a seconda degli anni che passano e dei "cambi di scena" per quanto riguarda appunto il DOVE si svolgono le vicende.
La prima parte, quella introduttiva, e le ultime due, sono quelle che in assoluto ho preferito.
Per il semplice motivo che contenevano: la prima, descrizioni molto dettagliate, curate (con uno stile di scrittura notevolmente d'altri tempi), ricche di personificazioni, similitudini ed altre figure retoriche, che mi hanno fatto immaginare i luoghi, le luci, perfino gli odori in un modo diretto e pazzesco. Mi hanno resa partecipante attiva della storia. Le ultime due per la centralizzazione e il modo in cui è stato trattato il tema di questo libro. Il tema principale di questo libro, per me, è l'omosessualità. Ma non come sia un rapporto omosessuale, assolutamente non abbiamo nessuna scena di effusione e probabilmente proprio nessuna storia, nessun rapporto. No. Questo libro affronta come veniva vista l'omosessualità in Italia, specie a Ferrara, ai tempi del fascismo. In modo particolare ci mostra come un omosessuale, in questo caso il dottor Fadigati, si trovi a gestire una situazione di repulsione, di emarginazione del genere, da parte dei cittadini. E ho trovato frustrante trovare punti in comune, sull'argomento, tra questo racconto (ambientato dal 1925 in poi) e le tante storie che realmente accadono al giorno d'oggi.
<<Nell'uomo c'è molto della bestia, eppure può, l'uomo, arrendersi? Ammettere di essere una bestia?>>
Parallelamente alla storia del dottor Fadigati, troviamo anche la presenza della storia della voce narrante: un giovane universitario, ebreo, di cui non conosciamo quasi per niente l'identità.
Il suo punto di vista riguardo alla situazione delle persecuzioni razziali però viene messo in evidenza solo nelle ultimissime pagine del libro, ed è un peccato, avrei preferito fosse scritto qualcosina in più su questo. Ad ogni modo questo ragazzo entra in contatto con questo dottore e da lì in poi diventerà il suo unico amico. Gli eventi del dottore che ci vengono raccontati, infatti, sono tutti quelli avvenuti alla presenza del narratore.
Ci sono degli accenni politici, ben inseriti, nelle vicende. Viene messa anche in evidenza nel libro la considerazione della gente su ciò che accadeva in politica, nella Comunità del Fascio. E ci sono degli aspetti su questo (che non vi dirò eheh) che secondo me sono delle chicchette anche un po' autobiografiche dell'autore su cui vi invito a soffermarvi.
Tutto qui. Il libro mi è piaciuto e mi ha dato tanti spunti di riflessione. La seconda parte, con il "cambio di location" a Riccione mi ha annoiata ed alcune informazioni sulla politica fascista (dovute alla mia ignoranza sul periodo storico) mi sono risultate difficili da seguire.
In generale però, oggettivamente, trovo sia davvero un bel libro per quanto breve e vi consiglierei di darci una possibilità, di leggerlo.
Tutto quiiiii pt2. Questo era il mio "ho voglia di parlarvi di un libro" di oggi, (sì io con i nomi delle rubriche non ci so proprio fare abbiate pietà).
Spero che vi sia piaciuto il mio modo di parlarvi di questo libro e che, soprattutto, vi abbia interessato la storia.
Mi piacerebbe recensire più spesso, ma non ne sono grossomodo capace. Voi come impostate il tutto? Fatemi sapere nei commenti e se avete dei consigli per me in merito, sarò felicissima di accoglierli!
Io come la solito vi mando un grosso e forte abbraccio e alla prossima...ciao!!
-Mars <3
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